LA “TRASLATIO MENTIS” DELLA EUROPROGETTUALITA’

di Lola Fernandez

La situazione di crisi che coinvolge tutto il territorio nazionale italiano sta provocando un fenomeno di traslatio mentis nella c.d. promozione dello sviluppo locale delle micro realtà attraverso il lavoro di progettazione sociale ed economica dei Fondi Europei. Le organizzazioni che dovrebbero attuare questa progettualità, angosciate da questo momento di crisi e necessità di sopravvivere, accelerano i processi di raccolta fondi (fundraising politico, finanziamenti pubblici, ecc) facendo si che il territorio diventi “cliente” della sua progettazione e non viceversa, cioè che la progettazione possa essere “cliente” del territorio in risposta ai propri fabbisogni e quelli dei cittadini. Tutto ciò, attraverso pratiche anche poco ortodosse che mettono a rischio la legalità dei procedimenti amministrativi e l’imparzialità dei funzionari pubblici che operano nel garantire determinati servizi alla cittadinanza. In questo mare in tempesta dove tutto è permesso, i c.d. “progettisti” o “consulenti esterni”, inventano progetti, assolutamente scollegati dalla pianificazione/programmazione territoriale, che sottopongono all’attenzione delle pubbliche amministrazioni soprattutto locali, al limite delle scadenze previste dagli avvisi pubblici, promettendo un risultato tangibile e offrendo i “servizi” in modo apparentemente gratuito, solo rebus sic stanti bus, perché in realtà quel servizio viene finalmente pagato a success fee, cioè a risultato conseguito. Questo fenomeno, però non può essere in nessun modo riconosciuto formalmente dalla PA che ha un divieto assoluto di contrattualizzare servizi a titolo gratuito o success fee. Alla configurabilità di un divieto implicito all’affidamento da parte di pubbliche amministrazioni di incarichi esterni a titolo gratuito, oltre all’art. 7 del d.lvo 165/2001, concorrono le norme sul contratto di prestazione d’opera intellettuale di cui agli articoli 2229 e ss. del codice civile, le norme sulle Tariffe degli ordini professionali recepite in norme statali regolamentari, i codici deontologici professionali, le norme del codice civile sul divieto di concorrenza sleale. Tutto ciò all’insegna di una serie di principi la cui applicazione viene stressata dalle nuove politiche e programmi europei, come appunto, la libera concorrenza, la progettazione integrata, la condizionalità ex-ante e la governance multilivello. La politica di coesione 2014-2020 prevede un nuovo sistema di governance multilivello, maggiormente ancorato al pacchetto complessivo delle politiche di sviluppo territoriale, che implica la definizione di strategie comuni a livello europeo attraverso gli orientamenti strategici comunitari e, a livello nazionale, attraverso il Contratto di partnership, da declinare comunque a livello regionale attraverso specifici programmi. In ogni caso, è chiaramente individuata la necessità che tutte le politiche concorrano sia agli obiettivi di Europa 2020, sia a quelli derivanti da impegni assunti in ambito internazionale (es. Cambiamenti climatici e protocollo di Kyoto). Il nuovo assetto di programmazione dovrebbe stimolare, quindi, i diversi attori coinvolti nei processi di attuazione e gestione delle politiche (Commissione, Stati membri, Regioni, altri soggetti locali) a una maggiore integrazione verticale, ma ancor più a carattere orizzontale.

Tutti dovranno contribuire a superare gli ostacoli regionali derivati dal principio europeo della “politica dei trasferimenti condizionati”, per cui le scelte di programmazione e il trasferimento delle risorse avviene, da un lato, a condizione che si effettuino degli adempimenti per garantire che i fondi erogati abbiano le condizioni per esplicare il massimo beneficio, riducendo a monte il divario tra la condizione di partenza e l’obiettivo da raggiungere, condizionando gli attori istituzionali e locali ad esaminare i presupposti di partenza ed eliminare le eventuali carenze di contesto iniziali, dall’altro, una parte del trasferimento di risorse è legato al raggiungimento di determinati obiettivi.  L’Unione Europea rappresenta per l’amministrazione italiana una grande opportunità, sotto molteplici punti di vista, non ultimo quello della possibilità di accedere a risorse complementari per lo sviluppo del territorio.

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