GIULIANO MORETTO E IL SUO “DIAMANTE”: IL LATO OSCURO DEI PONTINI

di Giovanni Berardi

DSCN0476Non è certo una sorpresa. Avevamo sempre creduto, e questo già dai suoi primi romanzi, “Il paese perduto”  e  “Lo specchio del giustiziere”, nella scrittura ruvida  ed asciutta di Giuliano Moretto. Ma con “Diamante”, distribuito in questi giorni con la sponsorizzazione della baIMG_20190104_115645 - Copianca Mediolanum, Giuliano Moretto ha  decisamente  fatto la scommessa più importante, il passo più audace, perché “Diamante” è una  sorta di taccuino intimo sospeso tra il passo autobiografico e la riflessione sulla

società pontina. “Ho scritto i primi due libri con estrema libertà” ha detto Moretto,anche se si è sempre avvertita, nei suoi testi, la forte posizione di disagio, quasi come l’attesa di una liberazione più completa che forse avviene, in Giuliano Moretto, proprio oggi con la stesura di “Diamante”. Quello che è certo è che dopo i primi due libri Giuliano Moretto ha dato un senso più compiuto alle sue esperienze, ha proprio vissuto di meditazioni, come ha detto, anche di aspirazioni, fino a saldare contatti continui con gli amici, con tutti coloro che ha avuto occasione di intercedere, si é rapportato anche, quasi con furia verso la stampa e verso la narrativa. “Sono convinto che Latina ha sempre vissuto dentro un processo di disistima da parte di tutti i suoi amministratori. Nessuno ha mai amato davvero questa città”, e per questo Giuliano Moretto si sente davvero deluso e amareggiato. Ma non certo annientato. “L’intelligenza non si annienta, non si reprime” dice  “perché è interrogazione, è dubbio continuo, é ricerca. Non c’è resa incondizionata in me e le braccia le tengo sempre alzate. Mi sento sempre un combattente”.  E in effetti molto combattivo è in questo suo terzo impegno letterario. Eccolo qui al cospetto, all’ Hotel Europa, dove Giuliano Moretto, introdotto dal conduttore Rino Sortino, e dove,  intervallato dalle canzoni del soprano Sabrina Fardello e del cantautore Giuseppe De Vena ha presentato al pubblico il suo libro. Gli occhi di Giuliano Moretto sono sempre accesi e profondi e la vitalità sorprendente, nonostante affiori l’alba dei suoi settanta anni.

La presentazione di DiamanteContinua Giuliano Moretto: “il mio impegno letterario è il mio tentativo, in fondo, per esprimere anche un dissenso forte, proprio storico, alle politiche cittadine”. “Diamante” certamente segna una maturazione nel percorso letterario di Moretto,

anzi si sviluppa più ampiamente, rispetto ai precedenti lavori, la problematica interiore dell’autore, distinta in fondo dal rincorrere i motivi dell’eros e dalla tensione vitale costante. E’ evidente che la trama di “Diamante” rispecchia in pieno la vita dello scrittore, e si commuove quando dichiara di dedicare questo libro al suo amico Francesco Porzi detto Biscotto, scomparso poco più che ventenne in seguito ad un incidente stradale, Biscotto, che cominciava già, quasi, a portare nel mondo la conoscenza della città di Latina attraverso il suo lavoro di attore e di  modello.Giuseppe De Vena

Dice Giuliano Moretto: “va da sé che Biscotto era assolutamente bello, e ci tengo ora a sottolineare perché veniva chiamato Biscotto, visto che in città corre una errata convinzione dì questo: Biscotto non era chiamato così perché amava intingere i biscotti nel caffelatte, che lui amava consumare ogni giorno al bar Poeta, no.

Francesco era stato soprannominato Biscotto perché due ragazze, parliamo dei primissimi anni settanta, vedendolo passare in strada, loro che si trovavano affacciate alle finestre degli uffici del Genio Civile, che allora insisteva in via Diaz, gli gridarono dietro, proprio con lascivia: “ti mangerei come un biscotto …”.

 E naturalmente questo aggancio autobiografico, ed il testo di Moretto ne è pieno, prende completamente l’attenzione del lettore e del pubblico che in sala ha seguito la presentazione. Anche Moretto, come tanti scrittori di questa ultima generazione non nega di avere scritto il testo con in mente le immagini, tanto da avere, come dice, scritto al contempo una sceneggiatura cinematografica, a cui manca solamente la sistemazione, la semplice  numerazione in progresso dei capitoli in scene. Ed è il prossimo impegno al quale Moretto dice già di dedicarsi con la sua tipica caparbietà.

 

 

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