“IL PADRE D’ITALIA”, CHE VOLGE CON OTTIMISMO LO SGUARDO AL FUTURO Dal 9 marzo nei Cinema

Francesco Giuliano

foto_f_giuliano2Titolo: Il padre d’Italia

Regia: Fabio Mollo

Soggetto e Sceneggiatura: Fabio Mollo, Josella Porto

Musiche originali: Giorgio Giampà

Produzione Stato: Italia, 2017

Cast: Luca Marinelli, Isabella Ragonese, Anna Ferruzzo, Mario Sgueglia,  Federico De Cola, Miriam Karlkvist, Esther Elisha, Sara Putignano, Filippo Gattuso, Franca Maresa, […]

 Paolo (Luca Marinelli) è un giovane trentenne introverso, problematico, razionale, concreto che vive e lavora a Torino, dove conduce  una  vita  solitaria, in precarietà emotiva continua, senza una prospettiva che lo proietti nel futuro, che lo porta a vivere di nascosto come se avesse paura del mondo. Paura, forse, conseguenza di un’infanzia molto sofferta che l’ha segnato in modo irreversibile.

IlPadre_d_ItaliaPer caso, una notte, Paolo incontra Mia (Isabella Ragonese), una giovane dal carattere esplosivo, esuberante, disinibita, estroversa, insofferente, senza regole, anche bugiarda, senza punti di riferimento che, per rabbia, è andata via dalla sua famiglia che vive in Calabria. Mia, al sesto mese di gravidanza, porta Paolo a accompagnarla alla ricerca del padre della nascitura. Questo fa sì che ambedue intraprendono un viaggio con un furgone, on the road, da Torino passando per Asti, Roma, Napoli, e vanno “verso sud”, dove non c’è “niente” e dove le persone si spogliano mostrando tutto il loro carattere prorompente. Paolo e Mia attraversano sia geograficamente che emotivamente tutta l’Italia, un paese in rovina che dovrebbe essere risollevato: “Ma come si fa? Chiede Mia. In qualche modo si fa”, risponde Paolo. E passano dai colori grigi, sfumati, freddi del nord ai colori fantasmagorici e vivi del sud, generando una novella amorosa che non vive di sessualità ma di rispetto reciproco.

Lungo questo percorso Paolo e Mia scoprono i loro pregi e i loro difetti e si conoscono a fondo. Da questa conoscenza si sviluppa in loro l’aspirazione a sognare, anche se “ci sono sogni che si avverano e ci sono sogni che hai paura di sognare”.

Si genera tra Paolo e Mia, attraverso quel processo casuale, noto con il termine di serenpidità, che permette di trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra, un equilibrio dinamico tra l’eros e l’agape, più spostato verso quest’ultimo sentimento. Scoprono la bellezza completandosi a vicenda perché i loro caratteri sono opposti l’uno all’altro: Paolo è taciturno, pensieroso, triste e ha paura di sapere nuotare, Mia è loquace, estroversa, non ha paura dell’acqua e esprime felicità; Mia ha abbandonato la sua famiglia, Paolo cerca di costruirsi una famiglia perché non l’ha mai avuta. In questo connubio si sviluppa un’esplosione emotiva attraverso tratti, a volte briosi a volte emotivi, che prendono e coinvolgono lo spettatore emotivamente e senza soluzione di continuità!

Paolo e Mia rappresentano il passaggio dall’essere figlio a diventare genitore. E “essere genitore fa parte della natura dell’essere umano. E non esserlo? Cosa è naturale e cosa contro natura? Una donna che non vuole figli? Un omosessuale che vorrebbe essere padre? Esiste una natura diversa per gli eterosessuali e gli omosessuali? Cos’è l’istinto materno e esiste un istinto paterno?” Tutte domande che scaturiscono dalla visione di questo bel film, arricchito da primi piani dei due protagonisti, che ne mettono in evidenza i momentanei tratti emotivi, e da musiche eccezionali adeguate alla trama e da temi fondamentali della nostra società: rapporto padri-figli, assunzione di responsabilità, paternità, natura contro natura come “un miracolo che, per definizione è contro natura, presa di coscienza del futuro.

“Il padre d’Italia”, tra queste diverse chiavi di lettura, che non si escludono ma si integrano, riporta anche quella che dà voce  ai disastri economici e lavorativi creati dai genitori da nord a sud,e che soltanto i figli possono risolvere con la speranza di un futuro migliore.

Il film, che mostra una carattere innovativo del cinema italiano, a tratti rievoca “Una giornata particolare” (1977) di Ettore Scola e “Il ladro di bambini” (1992) di Gianni Amelio, a cui il regista si è ispirato.

Filmografia

Il sud è niente.

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