“La ricerca” (Aracne ed.), ultimo romanzo di Francesco Giuliano

FotoConcorsoFrancesco Giuliano - sostiene Marcella Cossu -, potrebbe ritirare un patentino di membro onorario della “scuola Pontina” ovvero il circolo degli artisti contemporanei che vivacizzano in questi anni la cultura di Latina e del suo hinterland. Innanzitutto perché, come molti illustri predecessori e suoi stessi contemporanei, è un pontino di adozione, nato in Sicilia in quel di Francofonte, attaccato come pochi al suo Mongibello e agli inconfondibili panorami della sua terra d’origine. Ma, al tempo stesso, profondamente radicato nella patria adottiva, dove ha insegnato chimica, i principi alla base di composizione e s-composizione della vita, e dove ha, negli anni, declinato il fulgore di lenti tramonti infuocati del litorale, passeggiando sulla riva o, più semplicemente, ammirando giorno dopo giorno l’abbacinante occhio di sole dardeggiante dalla curva ritorta del grande inconfondibile albero mille volte postato su fb con altrettanto inconfondibile amore. SantExupéry sostiene che solo chi è molto triste ama il quotidiano appuntamento con il coucher de soleil; Francesco, pur vivendo del coucher de soleil, ne fa misura e regola kantiana del proprio essere nel mondo, sottomettendo sentimento e ragione alle immortali leggi della natura. Nasce così, in un empito di creazione artistica, un’abbondante e felice produzione letteraria, “che bundabat che bena”, per dirla nell’idioma dei sardi, ovvero che scaturisce spontanea e regolare dall’aver individuato la via, anzi la “terza via”. La terza via, per Francesco il Chimico e il Poeta, autore di arguti aforismi e poesie di bellezza greco-classica, è un mix di cultura umanistica e scientifica, un Trivio e Quadrivio al..bivio: una cultura in definitiva la più contemporanea, tale da servirsi del pragmatismo e dell’empirismo scientifico filtrati dal senso estetico e filosofico della cultura classica. La Sicilia natale, Sikelìe dei Greci, è in tale senso paradigmatica allo sviluppo della produzione romanzesca di Francesco, dove dai tramonti infuocati ( veramente ispirati, secondo me, al litorale pontino) si passa alla descrizione, epica, della complessità della flora delle brughiere native dominate dalla cappa del Mongibello innevato, o a intrigantissimi composti e intrugli tra il chimico e l’alchemico, che solo un chimico – e scrittore – come Francesco riesce a rendere imprescindibili e irrinunciabili per il lettore, anche il più sprovveduto, o, ancora, a quel mare mitologico, violaceo e vinoso, delle isole di Sicilia. Una serie di saperi e di esperienze si intrecciano in questa personalità con l’inesauribile entusiasmo di essere qui ora, avendo individuato il principio di un afflato cosmico che rende la vita irrinunciabile.Copertina - Copia

Sapientemente il romanzo “La ricerca” edito da Aracne, collana ContempoRagni (luglio 2018), si inserisce, come tutte le sue altre opere dello scrittore Francesco Giuliano, nella “terza via” o “terza cultura”, dove non si fa differenza tra le due culture umanistica e scientifica, tant’è che romanticismo e scienza si fondono così perfettamente che nessuna differenza traspare tra essi, e dove mito, realtà e cultura si mescolano in modo intrinseco nel racconto di una storia dei nostri giorni che descrive le vicissitudini di due giovani ricercatori, il chimico Sam e il mirmecologo Piter, con le rispettive compagne, Lora e Carmen, coinvolti nelle premesse e nelle lente e poco chiare procedure burocratiche relative all’incerta approvazione di una ricerca scientifica e alla sua realizzazione. In questo loro procedere, nel contempo, i quattro giovani vedono entrare in collisione inconsapevolmente i loro sentimenti reciproci come avviene tra le molecole delle sostanze reagenti in una reazione chimica. Parallelamente alla ricerca scientifica, si crea una relazione sentimentale tra le due coppie che sconvolge l’equilibrio su cui si basa la loro amicizia.

Ecco, dunque, un passo da cui si evince il carattere dinamico e poliedrico dell’autore che coinvolge il lettore stimolandolo passo dopo passo

E, allora, noi scriviamo ciò che non possiamo realizzare ma che ci farebbe piacere realizzare. Non un mondo chimerico, non un mondo utopico, ma un mondo a misura d’uomo, un mondo possibile rendendo l’uomo rinnovato, libero da condizionamenti religiosi e moralistici e da ideologie di parte e, al tempo stesso, ricco di cultura che lo rendesse libero e franco dagli stereotipi e dalle necessità fondamentali. In quel mondo dovremmo cogliere e afferrare subito la felicità perché essa dura un attimo. Ecco perché non dovremmo farci sfuggire quell’attimo. La felicità è un sentimento evanescente, effimero perché l’attimo ha la durata di un battito d’ali. E per questo che, piuttosto che andare alla sua ricerca, non dovremmo farcela sfuggire quando ce l’abbiamo a portata di mano. Succede che distratti da altre cose non riusciamo che

a coglierla raramente. In quel mondo, dovremmo svegliarci con le prime luci dell’alba e, come faceva l’uomo primitivo, osservarne i colori intensi, variopinti, la bellezza intrinseca che nasconde una profonda verità, respirarne l’aria fresca, tersa, leggera, pura, cogliere i momenti in cui il buio gradualmente viene sostituito dalla luce, che rende visibile ogni cosa, le dà forma e sostanza. Dovremmo prendere insegnamento da questa variabilità positiva quotidiana, che rende chiaro, visibile ciò che prima non lo era, e agire parimenti ogni giorno nel prosieguo della nostra attività lavorativa, cercando di compiere ogni nostra azione avulsa da inganno e falsità.

Dovremmo osservare i fenomeni quotidiani che avvengono attorno a noi, e di cui spesso non ce ne avvediamo perché siamo distratti o presi da altri problemi che non ci lasciano un attimo di tregua. Dovremmo andare anche alla ricerca di eventi eccezionali come stavano facendo quella sera di dicembre, con il cielo eccezionalmente privo di nubi, Sam e Lora. Si stavano recando al ponte Milvio, dove la visibilità del cielo era molto più ampia per osservare l’eclissi parziale della luna.

«L’eclissi di luna è come una carezza o come un bacio che ha perduto il suo senso» disse Lora con lo sguardo rivolto verso il cielo, mentre l’eclissi stava per volgere al termine.

«Ti trasmette una sensazione bellissima, ti attrae, ti coinvolge come un bacio. E come un bacio ne perde il senso se a quel bacio non corrisponde sincerità e amore. O come il primo orgasmo, all’inizio della pubertà, che porta l’uomo per la prima volta all’eiaculazione, la quale trasmette un piacere bizzarro, sconosciuto, genuino, umano, una sensazione originale, primigenia, dal gusto esclusivo, indescrivibile, inimitabile e di cui non si coglie o si perde la sua essenza profonda e incommensurabile» rispose Sam che, tenendo il naso all’insù anche lui, teneva stretta a sé con forza la sua amata.

“La ricerca”, ultimo romanzo dell’autore, per i suoi connotati attuali connessi con il mondo della ricerca e per il filo conduttore (la passione per la crescita intellettuale e per il lavoro), è un libro da leggere tutto d’un fiato.

Giuliano Francesco è chimico, scrittore e poeta: I sassi di Kasmenai, Ed. Il foglio (2008), Come fumo nell’aria, Prospettiva ed. (2010), Il cercatore di tramonti, Ed. Il foglio (2011), L’intrepido alchimista, Sensoinverso ed. (2014), M’accorsi d’amarti, Libreria Ed. Urso (2014), Quando bellezza m’appare, Libreria Ed. Urso (2015), Ragione e Sentimento, Libreria Ed. Urso (2016), Sulle ali dell’immaginazione, NarrativAracne Aracne (2016); Voglio lasciare traccia, Libreria Ed. Urso (2017), Tra albori e crepuscoli, Libreria Ed. Urso (2018). Recensisce film e pubblica articoli scientifici su diversi siti.

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