FONDI: IL GIORNO DI PAOLA PITAGORA. L’ INTERVISTA

di Giovanni Berardi

con P.PitagoraE’ stata decisamente un trionfo la giornata a Fondi di Paola Pitagora. Il film presentato, nell’ambito della  XXII edizione del Fondi Film Festival, edizione dedicata al regista appena scomparso Giuliano Montaldo, è stato “Il vero e il falso” di  Eriprando Visconti. La caratteristica principale di questo film, motivo anche del suo passaggio a Fondi, è che è stato girato interamente a Latina nella tarda primavera del  1971. Le location volute dal regista Eriprando Visconti, soprattutto la stazione ferroviaria, alcuni locali dentro il comune di Latina che si affacciano in piazza del Popolo, il tribunale e la statale 148 diventata oggi la strada statale Pontina.  “Il vero e il falso” è stato uno dei primi set che si fermato quasi in pianta stabile a Latina, dopo sono venuti  “Un apprezzato professionista di sicuro avvenire” di Giuseppe De Santis, “Storia di Piera” di Marco Ferreri, “Mio fratello è figlio unico”  di Daniele Luchetti, “L’amico di famiglia” di Paolo Sorrentino, “7 minuti” di Michele Placido. Tutti set enormi e tutte pellicole che hanno avuto un grosso riscontro anche internazionale. Latina insomma attraverso il mondo della  celluloide ha vissuto certamente un eco straordinario. Paola Pitagora, protagonista femminile de “Il vero e il falso”, interpretato insieme a Terence Hill e a Martin Balsam, resta decisamente una bellezza radiosa, snobistica forse, che oggi sembra respingere davvero con decisione i segni del tempo. Il cinema l’ha sempre  raccontata come la donna fascinosa, passionale, anche quando, per motivi di copione veicolava sullo schermo una bellezza appassita.

Aprendo l’album dei ricordi quale l’incontro “memorabile” che in qualche maniera ha arricchito la vita di

Paola Pitagora? “senza alcun dubbio l’incontro con il pittore Renato Mambor. Mi aveva preso davvero il cuore. E’ stato un  momento cruciale e positivo e anche la mia vita è cambiata in meglio da quando ho conosciuto questa persona, con la quale mi sono accorta di condividere tanto, a livello privato e professionale.  Mambor era così legato al mondo dell’arte, della pittura e del cinema, che li ha vissuti con la forza trainante e il motivo  relativo dell’esplorazione profonda. Davvero è stato portatore di una contagiosa vitalità”

I pugni in tascaUna carriera nel cinema, quella di Paola Pitagora, vissuta fra teatro, televisione e in un dato periodo  attraversata anche dalla canzone e dalla conduzione televisiva … “a sedici anni infatti mi ero iscritta a un workshop di recitazione. Era una vocazione, ma ancora, in quel tempo, non lo sapevo. Quindi tante comparsate, poi a diciannove anni entrai, attraverso un concorso, all’Actor’s Studio all’italiana voluto dalla Vides di Franco Cristaldi e diretto da Alessandro Fersen. Da li seguiranno provini deludenti e piccole parti. La svolta si presenta nel 1962 con un provino Rai per condurre  una rubrica estiva “Il giornale delle vacanze”. Poi il teatro, come protagonista allo Stabile di Genova con la regia di Luigi Squarzina:“Il processo della pittrice Artemisia Gentileschi”. Marco Bellocchio con il suo “I pugni in tasca” arriva nel 1965. E poi di nuovo la Rai con “I promessi sposi” e poi con “A come Andromeda”.  In fondo non ho cercato nulla, tutto è venuto. Quello che è vero è che ho sempre alternato il cinema e la televisione con il teatro, luogo per me sacro di formazione. Ed è anche vero che ho scritto e cantato canzoni. Con una di queste, “La giacca rotta”, ho persino vinto, come autore, l’edizione dello Zecchino d’oro del  1962”.

La carriera di Paola Pitagora è certamente una carriera eclettica condotta sempre da una assoluta libertà.  Questa libertà, nel cinema, ha condizionato in qualche maniera la sua filmografia?  “devo dire che questo termine -eclettica- è vero e mi ha sempre accompagnato. Ho scritto canzoni, pensa, senza neppure conoscere la musica. Per quanto riguarda la libertà certo non ho mai avuto sponsor, anche nel senso letterale, eppure devo molto a incontri importanti,  Bellocchio, Bolchi, Comencini, il grande funzionario Rai Giovanni Salvi, che mi davano all’epoca una fiducia assoluta. Poi Angelo  Guglielmi, Elvira Sellerio che ha pubblicato il mio primo libro, “Fiato d’artista” nel 2001. La libertà certo l’ho anche pagata.

Il vero e il falsoEd ho commesso errori, imprudenze. Resto una anomala nello spettacolo, nel bene e nel male. E la mia carriera cinematografica è  stata breve e non paragonabile ad esempio a colleghe della mia generazione come Stefania Sandrelli o Mariangela Melato. Certo mi è mancato il film dai grandi incassi, quel film cioè

che poteva diventare il collante di una lunga carriera”.

“I pugni in tasca” il film di Marco Bellocchio che in definitiva l’ha consacrata nel mondo del cinema era un

film che Paola Pitagora non voleva assolutamente fare …

“E’ vero. Non lo volevo fare perché leggendo la sceneggiatura mi era parso solo un orrendo film dell’orrore.

E’ chiaro che non avevo capito la sceneggiatura. Ne parlavo con il mio fidanzato del tempo, Renato Mambor, gli spiegavo che era un film assurdo, si parlava di un ragazzo che sterminava la propria famiglia, ed io non lo accettavo.  E Renato invece a consigliarmi: “fallo” perché sento che dietro questa strage familiare si nascondono delle grandi intuizioni. Ed alla fine Renato mi spinse proprio dentro a questo set, che è stato un  set meraviglioso con un regista, Marco Bellocchio, davvero ispirato e coinvolgente. E poi sappiamo tutti  come è evoluta la carriera di Marco Bellocchio, che quando ha diretto me era al suo primo film, oggi è tra i  massimi esponenti dell’arte cinematografica italiana”.

Di “Il vero e il falso”, il film presentato a Fondi, i critici marcarono il mancato equilibrio tra lo spettacolo popolare e la denuncia alla Francesco Rosi … “Il vero e il falso” è un film che ho considerato a Fondi. Si, insomma, l’ho riscoperto. Non lo avevo più visto da allora. Il tema del film, la malagiustizia, mi è sembrato, rivendendolo oggi, molto in anticipo con i tempi che correvano nel 1971-72, quando cioè giravamo.  Mentre vedevo il film a Fondi mi chiedevo che per trattare un tema così importante e divisorio certo ha avuto in fase di sceneggiatura scrittori importanti. Ed  infatti mi sono accertata su chi aveva scritto il copione del film e, con mio stupore, tra gli sceneggiatori ho trovato anche il contributo dello scrittore Luigi Malerba. Si a Fondi ho riscoperto un bel film. Oggi posso dire  di essere contenta di averlo interpretato. Cosa che fino a ieri non pensavo. La lavorazione a Latina poi è stata molto tranquilla, ricordo Prandino Visconti un regista allegro, sempre pronto con la battuta, mi diceva “Paola, voglio fidanzarmi con te e ti ricordo che ho un rituale tutto mio, quello di entrare di notte dalla finestra”. Ed io a rispondergli: “ma Prandino, qui siamo al terzo piano, è pericoloso”. Ma lui sposatissimo ed  io con una relazione importante e stabile alla fine finivamo per farci delle grandi risate”.

Sei in definitiva contenta di come nel tempo si è poi evoluta la tua carriera, i film fatti e quelli a cui hai  rinunciato?

Si, direi di si, non ho il diritto di avere rimpianti, posso solo ringraziare la sorte e le persone che mi hanno dato fiducia nell’arco di così tanti anni. Mi sono sempre ritrovata, in fondo, questo sì, in ruoli drammatici  perché non c’era all’epoca molto spazio. E’ vero anche che alla mia non tenera età mi è capitato di recente un ruolo leggero nel film  “L’età giusta” di Alessio Di Cosmo, anche lui qui al suo primo lungometraggio. Insomma è una gioia potere ancora continuare a giocare: se tutte le età sono giuste, questa mia è proprio quella sbagliata, per i problemi che certamente pone nel corpo. Però poter ancora stare sulla scena, l’ultima mia piece teatrale, “Ho amato tutto”, che presto riprenderò in teatro, un monologo con due musicisti a narrare la storia vera di una donna speciale, Paola Menesini Brunelli e la sua scelta di amore e libertà, mi rafforza nella gratitudine di questo mestiere. Per dirla con Borges “il teatro, ma lo spettacolo in generale, è una finzione che ci consente ancora oggi di scoprire nuove verità.

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