Progetto NewCiMed – Workshop & Exhibition <> Palermo/Ustica,17÷20 ottobre 2015

Relazione del prof. Francesco Giuliano, scrittore senior del Comune di Latina

imagesOLYMPUS DIGITAL CAMERAGli incontri con le autorità e non locali (sindaco, assessore, docenti, imprenditori, presidente del centro studi, scrittori, ecc.) di Ustica, da cui sono emerse le sue origini come centro abitato, hanno confermato allo scrivente, ancora una volta, che le sue idee riguardo le problematiche connesse con le città di nuova fondazione sono condivise da più parti, ma sono state anche spunto per la formazione di nuove. Dagli interventi dei vari interlocutori sono emersi, infatti, dei principi fondamentali (rispetto della dignità umana, lavoro, formazione, importanza della storia, ecc.) che bisogna prendere in considerazione al fine di favorire l’integrazione della popolazione in una città di nuova fondazione. Principi che richiedono per la loro osservanza molteplici strategie di ampia angolatura che risultano essenziali, in quanto non essendoci stata una genesi spontanea, così come,invece, è avvenuta per le città sorte naturalmente in un determinato luogo, una città di nuova fondazione viene ad essere costituita da genti provenienti da luoghi sicuramente diversi, vicini e  anche lontani. Ciò comporta il sorgere di squilibri culturali, sociali ed anche individuali che derivano principalmente dalle dif
fuse differenze relative  ai costumi, alla storia del luogo di provenienza, ai modi di fare e di vestire, al credo religioso, al tipo e al modo di alimentazione, alle basi educative, al dialetto, o addirittura alla lingua, ai comportamenti nei newcimed-logoconfronti dell’altro, ai pregiudizi, ed ancora al concetto di società e a quello della politica. Da tutto ciò viene da sé che l’integrazione degli abitanti della città di nuova fondazione non può essere soltanto fisica perché gli individui non sono “fantocci”, ma risulta necessaria un’azione integrativa costante e impegnata che tenda alla costituzione di una cultura originale. Una cultura che derivi dall’incontro e non dallo scontro
delle diverse culture, nel rispetto delle loro diversità. Da ciò ne deriverebbe senza dubbio un arricchimento culturale vantaggioso per tutti sia ai fini dello sviluppo socio-politico che economico.
Ovviamente, le azioni delle istituzioni politiche preposte al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo devono tener conto di una complessità variegata non indifferente, che richiede un’incombenza considerevole volta soprattutto al rispetto della dignità umana e anche al rispetto delle regole.  Per la realizzazione di una cultura originale risultano necessarie, allora, delle strategie adatte all’uopo: istituzione di adeguati corsi per la conoscenza della lingua per un suo corretto uso, creazione di un centro fisico della città, cioè di una piazza di tipo arcaico, di “un’agorà”, cioè, in cui si svolgano attività che favoriscano gli incontri sociali come manifestazioni folkroristiche, festival di vario tipo, giochi, teatro,  concerti, manifestazioni sportive da tavolo (s
cacchi, ping-pong, calcio balilla, ecc.), assemblee che coinvolgano tutta la popolazione nel rispetto delle diverse usanze, apertura di tutti i luoghi fisici di proprietà comunale senza vincoli ma di utilizzo regolato, che diano sfogo a tutte le attività che arricchiscono la cultura della città, quali presentazione di libri, mostre di arte, cineforum, concerti e quant’altro, della istituzione di un centro studi che si faccia promotore della ricerca dei diversi usi e costumi e delle diverse abitudini della popolazione. Risulta necessario soprattutto il coinvolgimento di tutte le istituzioni scolastiche, alunni e docenti a partire dalla scuola primaria per la trasmissione della conoscenza della storia del territorio sia di quella recente che di quella antica, dell’eliminazione dei pregiudizi, dell’educazione al rispetto dell’altro sulla base dei principi costituzionali vigenti e dei principi etici e morali, della condivisione.

Tutto, quindi, deve contribuire a favorire l’aggregazione sociale con il coinvolgimento di tutti gli abitanti, nessuno escluso, nel rispetto del loro ceto sociale, della razza di appartenenza, del credo religioso, del colore della pelle, e di quant’altro. Tutto deve tendere alla formazione della crescita intellettuale e del senso dell’appartenenza alla comunità, e allo sviluppo di un orgoglio campanilistico. Ovviamente, alla base di tutto questo c’è il lavoro, quindi bisogna utilizzare strategie che favoriscano la crescita del lavoro.

 Al fine di dare un esempiologo-regione-sardegna delle azioni che si potrebbero intraprendere, lo scrivente tiene conto della realtà locale in cui abita, Latina, dove si è trasferito dalla Sicilia da circa 8 lustri. Città di nuova fondazione di epoca fascista, Latina, nata con il nome di Littoria, fu fondata nel 1932 in seguito alla bonifica della palude pontina (agro pontino). La città, inizialmente, fu popolata da immigrati italiani provenienti dal Veneto, dall’Emilia- Romagna, e dal Friuli. In seguito allo sviluppo di industrie agro-alimentari e chimico-farmaceutiche, l’aumento della richiesta di lavoro ha favorito l’immigrazione  dalle regioni meridionali, quali Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata, Abruzzi, Molise, Campania. A tutto ciò,  oggi, si aggiunga l’immigrazione delle popolazioni comunitarie, in particolar modo polacchi, rumeni e bulgari,  e anche di quelle extracomunitarie (profughi). Conseguentemente, si comprende che ogni immigrato ha portato con sé la sua storia e quella del territorio di provenienza assieme agli usi, i costumi e le abitudini e al dialetto, e, per i casi su esposti, anche alla lingua.

Pur essendo passati, dall’anno della fondazione diversi decenni si assiste a Latina, a tutt’oggi, ad un’integrazione non compiuta, all’inesistenza di un “centro” della città a causa del proliferare negli anni passati dei “centri commerciali” che ne hanno fatto perdere il senso dell’agorà di cui si è già detto, a cui si aggiunge la scarsa conoscenza della storia del territorio, soprattutto di quella antica relativa alla città latina di Satricum, sorta prima di Roma, di cui esistono a Borgo Le Ferriere (a meno di 10 km dal centro), gli scavi archeologici ed un istituendo museo archeologico ad essi connesso, di cui lo scrivente ha evidenziato i tratti fondamentali in un suo articolo pubblicato il 18 dicembre 2012 e succ. nel giornale on line www.buongiornolatina.it: http://www.buongiornolatina.it/latina-vetera-e-la-sua-storia-nellagro-pontino/.

 Basterebbe pensare all’alfabeto latino che oggi è diffuso in tutto il mondo e che, nel loro complesso, le lingue latine (italiano, francese, rumeno, spagnolo, portoghese, ecc.) sono le più parlate a livello mondiale, per comprenderne l’importanza non solo storica ma anche formativa.

Al fine di catalizzare la crescita culturale, di favorire il coinvolgimento e l’integrazione della popolazione, la conoscenza del territorio e della città a livello internazione anche per un concreto e valido sviluppo turistico, lo scrivente propone un’elencazione non esaustiva di attività volte a quanto sostenuto sopra:

  1. Festival del libro pontino (Romanzi, poesie, saggi) con presentazione di libri di scrittori pontini, in cui inserire un Concorso di poesia e racconti

(Premio Litterarum Satricanorum)

a livello internazionale, che coinvolga il grande pubblico e anche gli studenti delle istituzioni scolastiche pontine di ogni ordine e grado, con una giuria composta da scrittori, poeti e docenti delle scuole, in accordo con la Direzione scolastica provinciale e con il contributo di Associazioni culturali esistenti nel territorio;

  1. Festival delle Scienze (Didattica, invenzioni, modelli)

(Premio Scientiarum Satricanorum)

che riguardi sia la didattica che la creatività scientifica e che coinvolga studenti e docenti della scuola secondaria pontina con una giuria composta da docenti delle scuola secondaria  e universitari, sia locali che di Roma;

  1. Festival del Folkrore pontino

(Premio del Folkrore pontino)

riguardo usi, costumi e cucina dei vari luoghi di provenienza degli abitanti, con l’istituzione di una giuria popolare;

  1. Festival del Mimo

(Premio Gesticulatorum  Satricanorum)

relativo ai mimi sia a livello nazionale che internazionale con una giuria popolare;

  1. Istituzione di un Centro studi che si occupi di raccogliere la documentazione di usi e costumi delle popolazioni relativamente al territorio di provenienza e di relative pubblicazioni;
  2. Realizzazione di “murales” su pareti degradate di costruzioni pubbliche e anche private (in tal caso con il consenso dei proprietari) per dare sfogo ai writers al fine di evitare l’imbrattamento sia dei mezzi pubblici che degli edifici.

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