“A SPASSO CON DAISY” CON MILENA VUKOTIC: L’ESORDIO DELLA NUOVA STAGIONE TEATRALE AL TEATRO MODERNO DI LATINA. L’INTERVISTA

di Giovanni Berardi

M VukoticVolti con i tratti espliciti della speranza avviati, proprio in fila ordinata, verso l’uscita del teatro Moderno di Latina. Era appena andato in scena il primo appuntamento messo su dalla scaletta del direttore artistico Gianluca Cassandra lo spettacolo  “A spasso con Daisy”, dove una splendida ed arguta Milena Vukotic  (come dimenticare la moglie di Ugo Fantozzi nella mega saga dell’impiegato frustrato portato al successo  da Paolo Villaggio)  dà lustro e sostanza alle sue qualità di attrice multiforme. Un testo certo affascinante,    “A spasso con Daisy”, in linea proprio con le tematiche agrodolci che il direttore Gianluca Cassandra da  anni mette in risalto per il suo calendario.  Dice Gianluca Cassandra: “anche quest’anno la linea degli spettacoli è quella che abbiamo definito da qualche anno a questa parte: spettacoli misurati ed adatti ad     un pubblico che vuole in linea di massima non sentirsi angosciato, che punta essenzialmente ad un paio     di ore di spensieratezza. Sostanzialmente è la domanda che abbiamo captato in questi anni dal pubblico    ed in questo senso tendiamo ancora a rispondere”. Lo spettacolo messo in scena dal regista Guglielmo Ferro in realtà non tradisce la sua natura cinematografica, lo spettacolo ha conservato davvero quel taglio lucido e dissacrante, quel taglio che può alludere anche allo stile del regista principe delle commedie cinematografiche internazionali, Billy Wilder. “A spasso con Daisy”  tra le sue corde tratta temi decisamente universali, che certo sono mutati nel corso del tempo, ma hanno mantenuto sempre intatto il loro valore negativo, locandina A spasso con__ Daisya loro forza buia e nefasta: il razzismo e il pregiudizio.  Dice Milena Vukotic: “Esattamente. Sono tematiche proprio universali e purtroppo temo che lo rimarranno a lungo. Desidererei sbagliarmi davvero quando affermo questo ma penso che soprattutto il razzismo sia da catalogare proprio tra i sentimenti più sbagliati ed innati dell’uomo”. Al cospetto di Milena Vukotic è impossibile non parlare del personaggio di Pina Fantozzi, la mitica moglie del ragionier Ugo, surreale maschera portata al successo da Paolo Villaggio. Dice Milena Vukotic: “che dire. Io mi sono affezionata sempre ai personaggi che ho interpretato e quello di Pina, ad esempio, pur essendo un personaggio certo dimesso, caricaturale, non ho difficoltà a riconoscerlo come quello che mi ha dato il vero spessore nell’immaginario collettivo”. Ecco: noi pensiamo che la serialità, lunga o media che sia, tende a imprigionare le velleità di un attore, lei si è mai sentita prigioniera del personaggio di Pina?  “Io non direi proprio così, non formulerei la domanda in questo senso.  Magari mi ha dato un po’ fastidio certo ad essere ricordata soprattutto per quel ruolo, ma poi mi sono abituata. E questa abitudine penso sia nata proprio dalla consapevolezza di avere fatto tante cose che veramente hanno permesso poi alla mia carriera di spaziare”. Ed il rapporto con l’ attore, che è stato anche il padre della maschera di Fantozzi, quali echi ha dovuto sopportare?:  “Io sono subentrata al terzo film della saga, prima di me Pina era stata interpretata dalla bravissima Liù Bosizio. Con Paolo Villaggio poi nessun problema, mi aveva avvertito solo di non avere nessuna velleità di bellezza nell’interpretare il personaggio. Da questo consiglio devo dire che è nato forte l’interesse verso quel ruolo e quindi ho cercato di farlo in modo vero, realistico,  pur capendo in definitiva che era una caricatura. Ed anche fisicamente poi noi attori eravamo tutti un po’ deformati sul set”.  Guardando alla filmografia di Milena Vukotic troviamo che il suo è stato un contributo eccezionale alla storia del cinema italiano: Alessandro Blasetti, Dino Risi, Lina Wertmuller, Federico Fellini, Ettore Scola, Franco Zeffirelli, Alberto Lattuada, Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Carlo Verdone, Ferzan Ozpeteck, Luis Bunuel. In un certo senso, guardando sempre alla filmografia della Vukotic, capiamo che la sua carriera artistica ha subito più di una variazione di genere: giovanissima ha calcato le scene della danza, poi ha interpretato con estrema passione il teatro di locandina de M Vukotic La__ ssignora dell'arteprosa, che da qualche anno ha ripreso, è approdata al cinema grazie alla convocazione del regista Damiano Damiani che l’ha voluta, nei primi anni sessanta, nel suo film  “Il sicario”  e proseguire poi fino ad interpretare sullo schermo anche ruoli brillantissimi, esempio notevole in questo senso è il film  “Cornetti alla crema” di Sergio Martino, dove Milena Vukotic riesce, con estrema classe, a tenere testa ad uno scatenatissimo Lino Banfi, qui certamente all’apice della sua vis comica “pecoreccia”.  Ecco dunque, questo cambiamento di genere, dal testo più drammatico al copione     più, tra virgolette, facile e assolutamente ridanciano, cosa ha comportato, o può comportare ancora, nella  grammatica della professione di attore?  Dice Milena Vukotic: “io ho sempre avuto la convinzione che non  esistono in teatro o al cinema piccoli ruoli, forse possono esistere piccoli o grandi attori, e non esistono piece, commedie, tragedie più o meno importanti. Sono tutte opere d’arte, sono punti di vista da evidenziare in qualche modo, da parte di registi ed autori. E tutto fa spettacolo. Sarà poi chi interpreta a dare loro il giusto potenziale, la giusta dimensione a tutto questo”. Nel percorso di attrice di Milena Vukotic troviamo precisi incontri professionali con Giorgio Strehler,  Federico Fellini, Luis Bunuel. Dunque l’esperienza con questi tre grandissimi?  Dice Milena Vukotic: “erano grandi anche nella loro umanità spicciola. L’esperienza è stata certo di una grande ricchezza e di un forte arricchimento spirituale. Ma si rischia sempre di essere banali quando si  cerca di rispondere a domande di questo tipo, ma questa per me è la verità. Ho capito più in profondità anche la mia vita attraverso le loro opere”. Un percorso che certo l’ha condotta ora ad esaurire    il suo primo libro biografico, “Milena Vukotic: la signora dell’arte” edito dalla casa editrice Asylum, un testo che è perfetto  nella descrizione garbata, modesta, solare scelta dall’attrice insieme ai suoi collaboratori, i giornalisti  Claudio Miani e Gian Lorenzo Masedu. Potere della umiltà di Milena Vukotic.

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