IL NEOLOGISMO “POST-VERITÀ”, DERIVA DALLE NOTIZIE FALSE, ALIAS “BUFALE”, SPACCIATE PER VERE E ATTE AD INFLUENZARE L’OPINIONE PUBBLICA SENZA RIMEDIO ALCUNO

Francesco Giuliano

foto_f_giuliano2Oggi, ho assistito con grande piacere e partyicolar interesse alla trasmissione “In mezz’ora” diretta dalla giornalista Lucia Annunziata sul tema attualissimo della  “post-verità”, con due ospiti di eccezione come Enrico Mentana, direttore del tgLa7,e Francesco Merlo, giornalista del quotidiano ‘La Repubblica’. Post-verità è la traduzione dell’inglese ‘post-truht’, neologismo coniato nel 1992 dallo scrittore Steve Tesich, che l’Oxford English Dictionary ha eletto a parola dell’anno 2016 perché, nella carta stampata e nei socialnetwork, è in continuo aumento l’abitudine di pubblicare notizie false che vengono propinate come vere, in quanto sono in grado di influenzare una parte dell’opinione pubblica.post-truth-banner Ma una precisazione va fatta, in relazione a questo neologismo, come sostiene Marco Biffi, componente della Consulenza Linguistica dell’Accademia della Crusca, in un intervento dal titolo ‘Viviamo nell’epoca della post-verità?’: “La rete ha senza dubbio delineato i connotati fondamentali di questa dimensione oltre la verità. ‘Oltre’ è il significato che qui sembra assumere il prefisso post-(invece del consueto ‘dopo’): si tratta cioè di un ‘dopo la verit’’ che non ha niente a che fare con la cronologia, ma che sottolinea il superamento della verità fino al punto di determinarne la perdita di importanza. E, analizzando le modalità in cui il superamento si concretizza di volta in volta, colpisce la vocazione profetica che la parola nasconde tra le sue lettere: la post-verità, infatti, spesso finisce per scivolare nella verità dei post (come è successo spesso sulla rete proprio in relazione alle campagne politiche legate alla Brexit Brexi o alle elezioni americane).” Senza possibilità di interagire con i tre validi interlocutori, di cui condivido in pieno le rispettive motivazioni che considero valide e corrette, mi voglio soffermare sull’origine di tale fenomeno, che sta dilagando in tutto il mondo, sfruttato, soprattutto da quei partiti o movimenti politici che si affidano all’arma del populismo al fine di fare proseliti, inconsapevoli delle falsità dette, a loro vantaggio.Una delleword-count-v2a-01 cause di ciò, a mio modesto parere di cittadino consapevole, è dovuta al fatto che, nell’era in cui la Scienza ha fatto e sta facendo enormi progressi in tutti i campi, la conoscenza scientifica e il metodo su cui essa si basa sono ignoti ai non addetti ai lavori anche se si insegnano discipline scientifiche in tutte le scuole di ogni ordine e grado. L’insegnamento delle Scienze, infatti, risulta fallace e quindi non efficace in quanto non trasferisce idonee capacità critiche perché non si avvale delle peculiarità metodologiche che le contraddistinguono da tutte le altre discipline umanistiche. Un’altra causa, come ho scritto altre volte, è dovuto all’avvento della Meccanica quantistica che ha messo in discussione il “principio di non contraddizione” aristotelico, facendolo sostituire con quello di “esplosione” o “principio di complementare contraddittorietà”.Basta leggere questo mio articolo di qualche anno fa:I filosofi Talete di Mileto (640 – 547 a.C.), secondo cui “la ragione governa il mondo”, e Pitagora (570 – 495 a.C.), secondo il quale “la matematica è l’essenza della natura”, sono stati, separatamente, i fautori della prima grande rivoluzione del pensiero scientifico. Grazie alla meditazione, scoprirono la potenza del “lógos”, che ha il significato di “pensiero”, “parola”, “concetto”, “ragione”, in base a cui, mettendo da parte il mito, l’umanità considerò i fenomeni naturali non più espressione arbitraria di un dio autoritario e dispettoso, ma piuttosto espressione coerente e logica di un dio matematico. Ciò determinò il passaggio dall’incertezza alla certezza, tant’è che successivamente Aristotele (384- 322 a.C.) enunciò il “principio di non-contraddizione” secondo cui “È impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo” o, più semplicemente, la proposizione “P è anche non-P” è falsa. Prima di lui, anche Parmenide, il filosofo eleatico vissuto nel sesto secolo a.C., sosteneva che la legge formale della non-contraddizione è la legge dell’Essere, a cui il pensiero risulta vincolato in modo necessario per dargli compiutezza e validità. Dialettica, dunque, che si riscontra pure in Platone, secondo il quale la logica è la costruzione matematica delle connessioni delle idee, le quali costituiscono la base della realtà e confutano gli errori e i paradossi applicando il principio di non contraddizione. Sin da allora, l’uomo pensante, dunque, si è posto di fronte alla logica, sostantivo che deriva appunto dal greco” lógos”, che permette di discernere ciò che è valido da ciò che non è valido, in definitiva ciò che è coerente da ciò che è incoerente, ciò che contraddice un concetto ritenuto valido, nel contempo e nel contesto. Da allora sia la logica che il “principio di non-contraddizione”, asserti inscindibili della coerenza, sono stati basilari per la costruzione del pensiero e del ragionamento congruente al fine della risoluzione di un problema qualsiasi. Circa ventidue secoli dopo, Galileo Galilei (1564 – 1642) scrisse nel “Il Saggiatore” che “ La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscere i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.” Con l’avvento della meccanica quantistica (1925-1926), grazie a Werner Heisenberg e Erwin Schrödinger, si è passati all’indeterminatezza, in quanto l’elettrone – con la scoperta, nel 1924, del dualismo onda-corpuscolo, fatta dal fisico francese Louis De Broglie -, oltre a comportarsi come un corpo ha il carattere di un’onda, in quanto manifesta proprietà ondulatorie, cioè l’elettrone risulta al tempo stesso “essere” (corpuscolo) e “non-essere” (onda). Un indeterminazione che convive con la certezza. Una “certezza-incerta”, oserei dire. In altre parole, si è passati dalla dialettica aristotelica a quella antidialettica o eraclitea. Secondo quest’ultima, infatti, “negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo” a causa dello scorrere dell’acqua o ancora “Il mare è l’acqua più pura e impura: per i pesci è bevibile e vitale, per gli uomini è imbevibile e mortale”. Questo ha comportato, allora, il passaggio alla logica in cui risultano “vere un’affermazione e la sua negazione!”, cioè, come si diceva in latino, “ex falso (sequitur) quod libet” ovvero “dal falso (segue) una qualsiasi cosa a piacere”. In definitiva, il “principio di non contraddizione” è stato sostituito dal “principio di complementare contraddittorietà”, che equivale a quello che si chiama “principio di esplosione”: data una proposizione risultano vere tutte le proposizioni che la negano.

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