MAURIZIO MOMI: IL PRODUTTORE SI RIPOSA E SI RACCONTA AL CIRCEO

di Giovanni Berardi

Momi-BerardiIl fascino di Punta Rossa al Circeo ha sempre colpito ed affascinato anche il cronista. Vette coincidenti     con il livello del mare, sullo sfondo le isole ponziane che incombono e quasi sfidano il fascino di  San   Felice. Seduti ai tavolini nella terrazza dell’ Hotel Il Faro, proprio stagliati  in una insenatura che, come     dice Maurizio Momi, produttore tra i più attivi del cinema e della televisione italiana: ”questa insenatura esalta davvero le bellezze del Circeo ed il suo silenzio”. Maurizio Momi ha ragione,forse è esagerato,        ma da qui, oltre lo sguardo che arriva diritto all’isola di Ponza, sembra di sintonizzarsi su una frequenza     più bassa, più vera. Si sta bene,sicuramente è la risposta ad un bisogno che, a questo punto dell’anno, avverti profondo. Dice Maurizio Momi: “al Circeo si respira davvero un’aria antica e certe atmosfere del passato si fanno moderne. Questo posto sta davvero nel mio cuore”. Daniela, la signora Momi, seduta        al suo fianco incalza: “é il posto di mare tra i più belli d’Italia”.

Con una punta di orgoglio ed anche visibilmente soddisfatto  Maurizio Momi ricorda, nella cittadina che       fu della Magnani, di Renato Rascel, di Alberto Lupo, che la sua è una carriera, nello spettacolo italiano,    che viene da lontano, dal nonno produttore ad esempio, Umberto Momi, che ha prodotto nei grandi anni sessanta, forse l’era del miglior cinema italiano, oltre centocinquanta film, e dalla zia, l’attrice Franca Marzi, che fu musa addirittura di Totò e di Federico Fellini. E lui, Maurizio MomOIPi poi, nel suo lavoro di produttore ha sempre preferito una linea autoriale, nel cinema come nella televisione, difficilmente si è dato via in lunghe serialità, in film che dopo, nelle inflazioni dei titoli, avrebbero potuto ammorbare, addormentare, avvilire gli impegni sociali e culturali. Nel cinema è stato distributore e produttore di opere di rilevanza internazionale, come ad esempio, e lo ricorda con dei lampi di orgoglio negli occhi:“Sinfonia d’autunno” di Ingmar Bergman, e di opere rigorose come  “Masoch” di Franco Brogi Taviani,  “La ragazza di Via Millelire” di Gianni Serra,  “L’altra donna”  di Peter Del Monte. E questa tendenza di autore gli è rimasta ancora oggi, anche attraverso la produzione delle sue fiction televisive, che Maurizio Momi ha realizzato con la sua società, la Albatross Entertraiment, fondata nel 2003 con Alessandro Jacchia, e con il quale ha dato vita ad importanti realizzazioni nel corso di questi ultimi anni: tra i tanti, “L’uomo sbagliato” e “La terza verità” di Stefano Reali, “L’amore e la guerra” di Giacomo Campiotti, “Gli anni spezzati” di Graziano Diana, “L’uomo che cavalcava nel buio” di Salvatore Basile.  E davvero la storia professionale di Maurizio Momi si caratterizza proprio   dalla qualità e dal coraggio delle proposte, che partono quasi sempre da lui o dalla sua società. Una delle produzioni che più lo caratterizza, ancora oggi, è, come ci ha detto, “Lo scandalo della Banca Romana”, girato per la regia di Stefano Reali ed interpretato da attori quali Vincent Perez, Beppe Fiorello e Lando Buzzanca. Dice Maurizio Momi: “Si, “Lo scandalo della Banca Romana” mi ha regalato davvero grosse soddisfazioni. Una valanga di riconoscimenti anche internazionali hanno poi accompagnato il percorso      del film nel resto del mondo. Ma aldilà dei premi questo film mi ha assolutamente convinto sin dalla battuta dell’ultimo ciak”. Dice ancora Maurizio Momi: “un merito che poi vorrei ascrivermi è quello di aver spronato   e convinto lo scrittore e sceneggiatore Graziano Diana,  tra l’altro oggi cittadino onorario della vicina Sabaudia, a debuttare finalmente nella regia, perché Graziano è assolutamente, oltre che un finissimo narratore di  storie, un perfetto ed accorto direttore di attori e di situazioni sceniche. E questo debutto è avvenuto con un film  di produzione Albatross,  “La vita rubata”. L’ultimo film della produzione Momi è in realtà una miniserie televisiva, “L’amore strappato”, una storia vera, davvero una cronaca: il clamoroso errore giudiziario che ha coinvolto nel 1995  la piccola Angela Lucanto e i suoi genitori.  Dice ancora Maurizio Momi: “questa storia di Angela mi aveva davvero coinvolto e commosso, in qualche maniera          la sua storia mi aveva offeso come uomo e come cittadino e per questo  ho voluto realizzare queste puntate televisive con tutte le mie forze. E devo dire infine di essere anche soddisfatto in pieno dal risultato, anche di quello tecnico artistico, parlo in questo caso della regia di Simona Izzo e di  Ricky Tognazzi. Sono riusciti a fare insomma de  “L’amore strappato”  quella che rimane la buona televisione civile, capace cioè di restare lontano dalla elemosina della pietà. Questo nonostante il dramma profondo e reale che “L’amore strappato” ha raccontato.

 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.

*