“IL SORPASSO. VIAGGIO NELL’ITALIA DEL BOOM”. IL LIBRO DI GERRY GUIDA E FABIO MELELLI PER I CENTO ANNI DI VITTORIO GASSMAN

di Giovanni Berardi

YeaDSCN0476Gerry Guidan Louis Trintignant è morto solo da pochi mesi.  E’ una casualità certo ma il libro, appena uscito,           di Gerry Guida e Fabio Melelli, “Il Sorpasso. Viaggio nell’Italia del boom”, Artidigiland Edizioni, dovrà  colmare assolutamente anche tale ricordo. Il personaggio interpretato da Trintignant, il timido Roberto Mariani, nel film “Il Sorpasso” di Dino Risi pensiamo resti il più alto della sua filmografia, il ruolo anche          in cui Yean Louis Trintignant è riuscito, con classe ed assoluto rigore di scena, a tenere testa al nostro Vittorio Gassman, nei panni dell’esuberante Bruno Cortona. E non era certo un compito facile.

 “Il Sorpasso. Viaggio nell’Italia del boom” è il libro nato per celebrare appunto i cento anni della nascita        di Vittorio Gassman, che cadono il prossimo 1 settembre, al contempo è anche il libro che celebra il capolavoro cinematografico del regista Dino Risi, quel  “Sorpasso” che nel 1962 è stato il film che è     riuscito a descrivere come pochissimi l’epoca che stava vivendo. Gerry Guida e Fabio Melelli, raccontano che davvero non potevano trovare nulla di più preciso, per celebrare il centenario di Vittorio Gassman, nel vivisezionare quello che resta il film capolavoro della filmografia dell’attore. Una filmografia che certamente non è avara di capolavori,  basti pensare a “I soliti ignoti”, “La grande guerra”, “L’Armata Brancaleone”, “Profumo di donna”, “C’eravamo tanto amati”. Ma “Il Sorpasso” più di altri resta quel capolavoro che meglio ha delineato i tratti salienti e la grammatica precisa dell’arte di attore di Vittorio Gassman, che qui impersona il suo Bruno Cortona con una precisione di accenti e con l’eleganza di un carattere pregno dei risvolti, subdoli ed esasperati al contempo, necessari per regalare al film il suo cuore, tutto sommato, drammatico.

Fabio MelelliConferma Gerry Guida: “questo è il libro con cui vogliamo festeggiare, è vero, Vittorio Gassman, nel centenario della sua nascita, ma è anche il libro che omaggia il regista Dino Risi, la sua grandezza cinica   ed il suo cinema realizzato sempre senza prendersi mai sul serio e proprio per questo, forse lui più di altri, ha portato il genere della commedia all’italiana verso la linea dove cominciava a toccarsi l’arte della commedia con la poesia ed anche con il realismo più acuto e drammatico”.

 Gli storici del cinema, Gerry Guida e Fabio Melelli, come sappiamo, non sono nuovi a minuziose ricerche  del genere, già con i due precedenti lavori, editi sempre dalla Artidigiland Edizioni, “Cafè Express. Viaggio   in  treno al termine della notte ” e “Pane e cioccolata. Brusati, Manfredi e l’odissea della migrazione” Guida       e Melelli, con l’idea primaria di celebrare i cento anni della nascita di Nino Manfredi, erano riusciti in pieno anche nella descrizione socio- critica e politica dei due film.

 Dino Risi con “Il sorpasso”  aveva davvero realizzato nel 1962  quel capolavoro che, in qualche maniera, aveva fatto concerto nei primissimi anni sessanta con “La dolce vita” di Federico Fellini, questo proprio      nel descrivere minuziosamente il periodo storico del boom economico. Il Sorpasso Guida e MelelliCon  “Il Sorpasso. Viaggio nell’Italia del boom”  Gerry Guida e Fabio Melelli hanno raccolto nel testo le testimonianze di chi ha fatto il film con Risi, certo i collaboratori superstiti, che hanno lavorato con lui nei vari titoli ed anche di chi, seduto in platea, ha decisamente amato il film. Il testo di Guida e Melelli diventa anche motivo per un giro di memoria, nella mente del cronista, che tante volte aveva avuto occasione di incontrare Dino Risi, soprattutto al sole del Circeo, e di raccontarlo. Intanto la casa al mare di Dino Risi, in località Batteria a San Felice Circeo continua a rimanere stagliata a ridosso dell’enigmatico promontorio.  Diceva Dino Risi che l’idea era di  ambientare proprio al Circeo, nelle acque di fronte alla sua casa, invece che sul lago Maggiore, la riduzione in pellicola de “La stanza del vescovo”, “lo avrei sentito più mio”, ma l’autore, lo scrittore Piero Chiara, “più realista del re” non fu d’accordo. Vittorio Gassman, invece, dal canto suo aveva sempre affermato che ne  “Il Sorpasso” aveva raggiunto finalmente “la totale naturalezza”, qualità che non aveva saputo o potuto tirare fuori nei suoi film precedenti,  primo fra tutti quei  “I soliti ignoti”, che in definitiva lo aveva lanciato e fatto comprendere dal grande pubblico del cinema. Gassman aveva anche confessato, che nella tipologia dei due personaggi de “Il Sorpasso” lui si sarebbe trovato più vicino, a parte l’età certo, nel ruolo che fu di Trintignant, “perché era quello di un uomo dal carattere decisamente più introverso”, come era poi Gassman nella vita di tutti i giorni. Invece no, ne “Il Sorpasso”  Gassman era obbligato a tirare fuori quella aggressività selvaggia ed anche quel tantino di volgarità, che invece nella vita quotidiana poi non gli apparteneva affatto. In realtà, come spesso ci aveva ricordato il regista Dino Risi nelle belle chiacchierate al Circeo, il film, nel suo progetto iniziale, era stato pensato per Alberto Sordi, che però lo rifiutò a priori.  “A Risi, questa è una storia dove io, Alberto Sordi, mi do un gran daffare e poi tutto il merito se lo prende quell’altro. Dino, a me nun me freghi …” era stata la risposta di Sordi. I protagonisti furono allora Gassman e Trintignant, una coppia formidabile, vincente. Ha ragione il figlio di Vittorio, Alessandro Gassman quando afferma: “senza di loro non avremmo avuto questo capolavoro: due modi di recitare che insieme si sono rivelati efficacissimi e complementari”.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.

*