ROMA TERMINI – LATINA: FRAMMENTI DI BELL’ITALIA

Ugo De Angelis

bis UGO DE ANGELISStamani  l’acquazzone tarda a svanire, si spegne e si riaccende con un movimento schizofrenico , questo mi ricorda una personaggio un po matto e un po cafone, come se i temporali poi fossero cafoni,  però a me piace accostarlo così. In stazione nonostante la moltitudine di gente che va e viene in tutte le direzioni trovo il tempo anche di scattare una foto alle vestigia di quel che fu la prima grande cinta muraria di Roma fatta costruire all’epoca del  re Servio Tullio nel IV secolo a.C. Son sempre affascinanti ste mura serviane, almeno per me lo sono, certo che sta passionaccia non mi lascia mai, me la porto sempre addosso cucita su misura, però  da un buon sarto. La cara amica professoressa Rosa è arrivata all’appuntamento concordato, gli porgo i miei due libri da consegnare ai relatori per l’evento programmato il prossimo 3 giugno a San Giovanni in Laterano, ci salutiamo dopo aver concertato gli ultimi adempimenti. Però a malincuore devo rinunciare alla passeggiata romana che avevo programmato, piove maledettamente, piove. Il treno che mi riporta a Latina è alle 10.30, binario 12 segue la tratta Roma Termini-Napoli Centro e  ferma anche a Latina. Decido di prenderlo e con 20 minuti di anticipo mi infi20170520_100932lo nel vagone semivuoto, mi siedo di fronte ad una signora che sonnecchia avvolta nel suo sedile, al lato sulla mia destra  una ragazza è assorta dentro le pagine del suo libro mentre una giovane donna mora: bella di aspetto e di modi ha addosso una sorta di coperta che sembra più una voluminoso manto di pecora. I minuti passano come la gente che attraversa lo stretto corridoio del vagone che non so ma a me  ispirano oniriche apparizioni felliniane, un ragazzo mi chiede se può sedersi al mio fianco, mi alzo, mi cade il biglietto, lui lo raccoglie e con fare gentile me lo porge. Subito dopo un giovane uomo tatuato fino al collo, si perché lo lascia intravedere dalla camicia sbottonata, moro di capelli e di carnagione anche lui chiede di sedersi nel sedile libero di fronte a me. Accosta il cellulare all’orecchio e con una voce trucida dice al suo interlocutore che scenderà alla stazione di Cisterna, dalla pronunzia si intuisce la probabile provenienza dai paesi dell’est  Europa.  Beh, penso tra me e me:  per il suo aspetto un regista gli avrebbe assegnato la parte del rapinatore di banca come in quei film di azione degli anni 70 tra  guardie e ladri . Il vagone si riempie sempre di più, scopro che quel manto di lana sulle gambe della giovane e bella signora è un barboncino, si perché in mezzo a quel voluminoso batuffolo spuntano due occhi che si muovono un po distratti qua e la. E’ immobile e lo sarà fino a tutto il viaggio e questo ha catturato la mia attenzione. Il treno parte, una signora con una giovinetta sosta sul corridoio c’è un posto libero anche se un tizio straniero lo occupa poggiandovi i suoi piedi, la giovane signora con il cane si indigna, lo rimprovera e così fa posto alla signora con fanciulla. La gente continua a transitare lungo lo stretto corridoio, un’altra signora avanti con gli anni si ferma, insieme alle sue buste, tanto che me le trovo  premute sulla faccia e anche se ho pazienza confesso di aver temuto di essere  intollerante. Ma ecco che quel tipo seduto di fronte a me, pieno di tatuaggi si alza e con quella voce roca si rivolge così alla signora: “Prego signora sieda lei io posso rimanere in piedi” . La signora si accomoda parla al telefono con qualcuno, è entusiasta: “ti do una bella notizia, scusami se non mi sono fatta sentire, oggi ho finito le sedute di chemio al Gemelli e i medici mi hanno detto che è tutto a posto, sai ho pregato tanto Maria, i Santi e con la grazia di Dio ce l’ho fatta, si ce l’ho fatta…. sia fatta la volontà del Signore, sempre sia lodato….Ci vediamo a Napoli Don Alfonso tu come stai?….. Bene nel pomeriggio passo in Parrocchia a salutarti…. Grazie al Signore grazie…..” Ecco Cisterna i posti si liberano e la bella e giovane donna si sposta sul finestrino con addosso il suo inseparabile batuffolo che io guardo con un sorriso, lei mi guarda negli occhi con un sorriso complice , ha capito, è pur sempre un cane, il suo cane e questo lo ha apprezzato e perché sarebbe stato facile per me fare l’inverso… La stazione di latina arriva in un lampo, saluto questo frammento di bella Italia  che  non finirà mai di stupirmi.

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